INTRODUZIONE

La struttura geologica del territorio italiano è piuttosto complessa, così come la conosciamo oggi non è frutto solo di movimenti tettonici ma è stato anche plasmata dal movimento dei ghiacciai e dalle precipitazioni anomale che ne hanno seguito le prime fasi di ritiro. In particolar modo sotto il profilo ittiofaunistico questo ha permesso lo sviluppo di specie geneticamente separate da quelle continentali, contribuendo così ad arricchire la biodiversità dell’ecosistema. Questi endemismi e sub-endemismi rappresentano una autentico patrimonio naturale, unico per l’appunto, che non possiamo non considerare appartenente a tutta la collettività se guardiamo come di generazione in generazione è diventato parte di culture e tradizioni locali.
In questo contesto le acque lombarde fanno proprio parte del “distretto zoogeografico padano-veneto (proposto da BIANCO, 1987, 1996) che coincide con il bacino del Po nella fase di massima espansione glaciale”(1)
Tuttavia se nel corso degli ultimi due secoli gli effetti dell’azione antropica sono stati particolarmente estesi ed hanno inciso sugli ambienti fluviali del territorio lombardo ma possono ancora considerarsi reversibili, l’immissione di specie alloctone a scopi alimentari, alieutici o di controllo di specie nocive si è rivelata particolarmente controproducente ed ha influito in modo diretto e negativo sulla biodiversità, il cui tardivo riconoscimento come ricchezza ha purtroppo favorito la progressiva riduzione delle specie autoctone e aumentato il rischio di una loro definitiva scomparsa.

IL LAVORO DI SPINNING CLUB ITALIA

Nell’Adda sub-lacuale salmo marmoratus (trota marmorata) è una di queste specie a rischio, valutata dallo IUCN in pericolo critico non solo rappresenta il predatore simbolo delle acque correnti del versante alpino ma, come predatore autoctono al vertice della catena alimentare, ha tutti i requisiti per essere considerato un indicatore biologico per la salute delle acque.
Raggiunge dimensioni importanti, i pescatori sono affascinati dalla sua bellezza e dalla sua furia difensiva, chi ha visto una marmorata in caccia non può non trasmettere a parole la potenza di questo pesce, tant’è che la sua unicità ha portato nelle nostre acque pescatori perfino dagli USA a insidiarne gli esemplari di taglia.
Per sostenerne la presenza nel fiume Adda le rovincie di Lodi e Cremona nel 1999 hanno avviato il progetto MarmoAdda che fin dal principio si è avvalso della collaborazione dei soci della sede di Lodi di Spinning Club Italia, i quali hanno accompagnato le innovazioni nelle metodiche di gestione con azioni di tutela anche impensabili, come lo scavare a mano canali nella ghiaia affinché i nidi non rimanessero a secco.
Nel 2014 viene a tutti gli effetti avviato l’iter con cui la Provincia di Cremona d’intesa con quella di Lodi assegnano l’incubatoio in comodato gratuito a Spinning Club Italia e al Consorzio irrigazioni Cremonesi perché diano continuità ai progetti di tutela delle specie ittiche dell’Adda
Il vivo interessamento di Spinning Club Italia risolve una situazione burocratica (il passaggio di competenze dalle province alle regioni) che poteva risultare a dir poco tragica per la sopravvivenza della specie, trattandosi di fatto della sola struttura esistente nel corso sub-lacuale dell’Adda in grado di produrre pesci di pregio per le acque del fiume.

NON SOLO MARMORATE

Nelle attuali condizioni e sulla base dell’esperienza acquisita l’incubatorio può sviluppare una capacità produttiva per interventi su singole specie fino ad un massimo di 200.000 uova con un indice di sopravvivenza pari al 70/80 %. Tra gli interventi che nel recente passato hanno affiancato la costante attività sulla trota marmorata si segnalano le produzioni di
protochondrostoma genei (lasca) perca fluviatilis (persico reale) ed exos cisalpinus (luccio italico).
Proprio riguardo il Re delle “acque calde” del piano nell’Aprile 2019 è avvenuta la prima semina nelle zone di competenza, seguita da un simbolica immissione in Adda Morta (Lanca Soltarico/Cà del Conte) come iniziativa verso una maggior tutela del luogo in collaborazione con Fipsas Milano-Lodi.
La gestione dell’incubatoio intende riservare una particolare attenzione anche al potenziamento della produzione di exos cisalpinus, infatti con la prossima disponibilità di una zona umida apposita annessa alla struttura, nei prossimi anni avremo il primo parco riproduttori di exos cisalpinus dell’Adda sub-lacuale, significa che il lavoro dei volontari Spinning Club Italia concorre nell’essere fondamentale per la salvezza di questo altra specie endemica a rischio estinzione.